La risposta, per quanto incredibile, potrebbe trovarsi in minuscoli movimenti del viso, così veloci che spesso sfuggono alla nostra attenzione: le microespressioni. Immaginatele come dei lampi di verità, delle finestre spalancate sull’anima che per un attimo rivelano emozioni autentiche, quelle che vorremmo tenere nascoste.
Paul Ekman, un vero pioniere nello studio di queste espressioni fugaci, le descrive come “emozioni involontarie, brevissime e spesso impercettibili, che appaiono sul volto per una frazione di secondo”. Sono come dei tradimenti del nostro volto, segnali che la nostra mente non riesce a controllare completamente.
Come riconoscere le microespressioni?
Ma come possiamo cogliere questi segnali così veloci e sfuggenti? Ecco alcuni trucchi basati sulla psicologia:
- L’effetto sorpresa: Immaginate di fare una domanda inaspettata, di cogliere la persona di sorpresa. In quel momento, prima che la mente possa erigere le sue difese, potrebbe trapelare un’emozione genuina attraverso una microespressione.
- Creare un po’ di scompiglio: Mettere la persona in una situazione di conflitto interno, magari con una domanda che contraddice le sue aspettative, può generare dissonanza cognitiva. Questo disagio interiore potrebbe manifestarsi attraverso microespressioni mentre la persona cerca di ricomporre l’equilibrio.
- Il linguaggio del corpo non mente: Osservate la postura, i gesti, il contatto visivo. Il corpo parla, spesso a sproposito! Questi segnali possono darci indizi importanti sulle emozioni e le intenzioni di chi abbiamo di fronte.
Decodificare i segnali segreti del volto
Una volta individuata una microespressione, bisogna saperla interpretare. Ekman ha identificato sette emozioni universali, ognuna con la sua “firma” sul volto: rabbia, disgusto, paura, tristezza, felicità, sorpresa e disprezzo. Ad esempio, la rabbia si manifesta con sopracciglia aggrottate e ravvicinate, labbra serrate e sguardo fisso, mentre il disgusto si esprime con naso arricciato, labbro superiore sollevato e sopracciglia abbassate.
Un potere da usare con saggezza
Attenzione però: interpretare le microespressioni non è un gioco da ragazzi! Richiede pratica, studio, attenzione e sensibilità. E soprattutto, ricordiamoci sempre di usare questa abilità con etica e rispetto, senza invadere la privacy altrui o manipolare le persone.
In conclusione, imparare a leggere le microespressioni è come ottenere una chiave segreta per comprendere meglio gli altri. Usando questa chiave con saggezza, possiamo migliorare la comunicazione, costruire relazioni più autentiche e muoverci con maggiore consapevolezza nel complesso mondo delle relazioni umane. Sviluppare questa tematica, ci permette anche di avvcinarci agli altri, capirli e capirci meglio!
Bibliografia:
- Ekman, P. (2003). Emotions Revealed: Recognizing Faces and Feelings to Improve Communication and Emotional Life. New York: Times Books.
- Ekman, P. (2009). Telling Lies: Clues to Deceit in the Marketplace, Politics, and Marriage. New York: W. W. Norton & Company.
- Ekman, P., & Friesen, W. V. (1975). Unmasking the Face: A Guide to Recognizing Emotions from Facial Clues. Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall.
- Navarro, J. (2018). The Dictionary of Body Language: A Field Guide to Human Behavior. New York: William Morrow Paperbacks.
- Pease, A. & Pease, B. (2004). The Definitive Book of Body Language. New York: Bantam Books.
Articoli scientifici:
- Ekman, P., & Friesen, W. V. (1969). The repertoire of nonverbal behavior: Categories, origins, usage, and coding. Semiotica, 1(1), 49-98;
- Ekman, P. (1992). An argument for basic emotions. Cognition & Emotion, 6(3-4), 169-200;
- Matsumoto, D., & Willingham, B. (2009). Spontaneous facial expressions of emotion of congenitally and noncongenitally blind individuals. Journal of Personality and Social Psychology, 96(1), 1-10.