Muscoli sì, ma il cervello? La competenza non si misura allo specchio

Muscoli sì, ma il cervello? La competenza non si misura allo specchio

Viviamo nell’epoca dei filtri Instagram, dove tutto deve sembrare, anzi essere “perfetto”. Nel settore della salute e del fitness, come in tantissimi ambiti di vendita, questo si traduce in un’idea tanto diffusa quanto ingannevole: se hai un bel corpo, allora sei automaticamente competente. Ma è davvero così?

Il cervello ama semplificare… anche quando sbaglia

La psicologia ci dice che tendiamo a fare scorciatoie mentali. Lo spiega bene Daniel Kahneman: quando non abbiamo tempo o voglia di riflettere, il nostro cervello agisce in automatico. Così, vediamo un corpo allenato e pensiamo: “deve essere un esperto”. Ma questo è un pregiudizio, e spesso ci porta fuori strada.

Chi ha lottato, capisce meglio

L’esperienza personale ha un potere enorme. Un coach o un professionista che ha affrontato difficoltà legate al proprio corpo — sovrappeso, insicurezze, fatica a cambiare — parla un linguaggio più umano, più autentico. È empatico, non giudica. E sa accompagnare meglio il cliente nel percorso di trasformazione.

Carl Rogers lo chiamava “esperienza vissuta”: ciò che crea un legame di fiducia reale, non artificiale.

Il vero valore? Saper cambiare gli altri

Albert Bandura ha dimostrato che ciò che conta davvero è la capacità di trasmettere autoefficacia, cioè fiducia nelle proprie possibilità. Un professionista valido non è quello che mostra risultati su sé stesso, ma quello che fa ottenere risultati agli altri.

Un corpo scolpito può essere il frutto di genetica, disciplina, ossessione o fortuna. Ma la competenza? Quella si dimostra sul campo, ogni giorno.

Oltre lo specchio

Nel mondo del business, la sostanza vince sull’apparenza. È ora che anche la salute e il benessere escano da questa logica superficiale. Come diceva Maslow, “per cambiare una persona, devi cambiare la sua consapevolezza di sé”. E per farlo serve empatia, visione e competenza. Non solo addominali.

Un professionista può ispirare, guidare, trasformare. Anche se non è perfetto. Anzi, proprio perché non lo è.

  • Kahneman, D. (2011). Pensieri, lenti e veloci. Mondadori;

  • Rogers, C. R. (1961). On becoming a person: A therapist’s view of psychotherapy. Houghton Mifflin;

  • Bandura, A. (1997). Self-efficacy: The exercise of control. W.H. Freeman;

  • Maslow, A. H. (1968). Toward a psychology of being. Van Nostrand.